Roccaforte del gatto selvatico sardo: il Parco di Gutturu Mannu in Sardegna

Il Parco di Gutturu Mannu, noto per la sua straordinaria biodiversità e la ricchezza degli habitat mediterranei, ospita una specie affascinante e sfuggente: il gatto selvatico sardo (Felis lybica sarda). Questo piccolo predatore, che rappresenta l’unico felide della fauna della Sardegna, è un abitante della macchia mediterranea, perfettamente adattato alla vita selvaggia dell’isola.

Origine e Caratteristiche

Il gatto selvatico sardo, come molti altri mammiferi della fauna locale, è stato introdotto dall’uomo in epoca neolitica, verosimilmente proveniente dal Nord Africa o dal Medio Oriente. Nel corso dei secoli, si è rinselvatichito, dando origine a una popolazione distinta, che presenta alcune differenze rispetto al gatto selvatico europeo; tra queste spiccano le dimensioni più ridotte e alcune caratteristiche del mantello: le strie tipiche del gatto selvatico europeo sono meno marcate, così come gli anelli terminali della coda.

Il maschio del gatto selvatico sardo raramente supera i 4 kg, mentre le femmine pesano tra i 2,5 e i 2,8 kg; il loro habitat elettivo è la macchia mediterranea, dove si nascondono tra la vegetazione fitta e impenetrabile. Questi piccoli predatori si nutrono di uccelli, piccoli mammiferi e persino insetti nei mesi estivi.

Abitudini e comportamento

Pur essendo principalmente notturno, studi recenti con radiotelemetria hanno rivelato che il gatto selvatico sardo si muove e caccia anche di giorno; tuttavia, è un animale estremamente elusivo ed è rarissimo avvistarlo in natura. Il periodo riproduttivo coincide con febbraio-marzo, quando si possono udire i miagolii dei maschi nella foresta. Generalmente, le femmine danno alla luce da due a tre piccoli in primavera.

Le Sfide per la conservazione

Uno dei principali problemi che minacciano la sopravvivenza del gatto selvatico sardo è l’ibridazione con i gatti domestici, che genera prole fertile e rischia di compromettere il patrimonio genetico della specie; inoltre, il bracconaggio ha storicamente rappresentato una minaccia, soprattutto con l’utilizzo di lacci predisposti per catturare predatori come volpi e martore e lo stesso gatto.

Tuttavia, il Parco di Gutturu Mannu è considerato una roccaforte per questa specie. Attraverso un programma di monitoraggio, che ha coinvolto la cattura, marcatura e rilascio di oltre 40 esemplari, sono stati applicati anche otto radiocollari che hanno permesso di studiare i loro movimenti e territori, contribuendo a una maggiore comprensione e protezione della specie.

Il gatto selvatico sardo è uno dei simboli del Parco di Gutturu Mannu e rappresenta un patrimonio faunistico unico che merita di essere protetto. Il parco continua a svolgere un ruolo cruciale nella salvaguardia di questa specie e degli altri preziosi abitanti della sua ricca biodiversità, assicurando che questo piccolo e misterioso felino continui a vagare tra le foreste sarde per le generazioni future.

Le riprese sono di Daniele Fantini e Alessandro Murgia e provengono anche dall’archivio di SPACE SPA. Le fotografie sono di Daniele Lorrai, Irene Ollargiu e, in parte, arrivano anche queste dall’archivio SPACE SPA. Si ringrazia Carlo Murgia per la disponibilità. Il video è stato realizzato da SPACE SPA – Gruppo ETT.